TETRALOGIA DEL SILENZIO: AUTUNNO

INTRODUZIONE

Mi incammino, a pie nudo carezzo la terra, ne colgo le infinite sfumature, è questo il modo d’andare che amo, lento, pacato, attento, a volte trattengo anche il respiro come a non voler riempire nessuno spazio. Entro nei boschi per tornarmene a casa, è lì infatti che annusando l’aria incontro odori familiari, mi avvolge un manto caldo, intimo, sottile. Precipito allora, si proprio così, in una dimensione di nulla sonoro, non perché non vi siano suoni quanto perché quelli presenti sottolineano il silenzio circostante attribuendogli consistenza, per citare C. L. CANDIANI rendono il silenzio cosa viva. Allora può capitare di ascoltare la vespa sgranocchiare il legno, l’andare incessante di formiche, il sussurro che una foglia danzando nel cielo fa prima d’adagiarsi leggera sulla terra o il giacchio scricchiolare, voce d’acqua che torna a vivere. Ogni stagione ha le sue sonorità, i suoi silenzi.

VOCI D’AUTUNNO

S’abbassa il vociare, il canto del bosco s’è fatto più sottile, in alcuni momenti scompare. È d’autunno, che con lui entri in una relazione più intima, fatta di sussurri e crepitare di foglie. I passi è come se sgranocchiassero la terra, foglie di carpino, castagno, rovere coprono il sentiero, però la senti, là in fondo corre l’acqua, un rivolo che chiaccericcia passando dentro, attorno, sopra le pietre dei muri e poi il muschio ch’avvolge tronchi spenti d’alberi caduti. E se poi ti siedi e presti attenzione c’è un vociare leggero, che saluta il giorno e arriva la notte, il fuoco crepita e scintilla al cielo, lo scricchiolio del manto foglioso fa intuire l’andare d’un animale furtivo. È calata la notte che parla in alcuni aliti di vento con le ultime foglie attaccate, come sospese sugli alberi. C’è qualcosa in quei momenti come se ti potessi ascoltare dentro e lo senti allora com’è l’andare del respiro, anche tu ti fai silenzioso e con le stelle negli occhi t’addormenti. Quando poi torna il sole sul far del mattino, senti il bosco risvegliarsi e crepitare, respirare e vociare d’uccelli, ma tutti come sottovoce scrollatisi di dosso la notte.

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