Reportage di viaggio: la via del Sale

Cielo di cristallo, il vento vocia prepotente, pare urlo invisibile, mare, gente, case, frastuono sono alle spalle ma voltandosi riecco tutto. Ghiaia, pietre, polvere, terra, prati, forti, boschi misti, passi incerti, incespicanti come danza alla ricerca d’equilibrio. Rottami d’auto, rovine d’abitati, acqua di gesso, acqua di cloro, verticale di sentieri che tendono al cielo, belare di campane. Alberi cigolanti, sbuffano, paiono mareggiate, onde infrante fra il cielo. Case ch’attestano ricchezze andate, torri, vetri che spiano il viandante. Cerchi di pietra, resti di fuoco, una piana, legna, vento, vento ancor vento incessantemente vento, bivacco nomade nelle stelle. Risveglio freddo di ghiaccio, un freddo capace d’appiccicarsi, senza respiro il vento soffia e soffia e ancora soffia a ricordarti il suo nome, fuoco compatto, alto, rovente per riaversi, ma che pare non aver calore, finalmente il sole, passi, cancelli, boschi, noccioli, castagni, olmi, ontani, rovine, pascoli di mucche assenti, poi ancora boschi, terra viola, rossa, grigia, marrone di foglie, resina, crinali, selvatici, odore di resina, faggete alte su fino a poter sussurrare segreti al cielo. Tracce di passaggio, erba bruciata dal vento, terra chiara, nera, sentiero croccante, polveroso, si scende solo per dar vigore ad una nuova salita, sole caldo, caldo che sfinisce, opprime, ripidi cascanti al fondo, scorta di farfalle, tassi sentinelle, fame densa, notte di campane. Alba fredda, sole in verticale, ne ritroviamo il calore, cielo azzurro ch’accarezza le cime, elicriso, erica, mare fra monti, cinghiali cacciano cibo, terra nuda, smossa, caprioli latranti, prati e boschi, boschi e prati. Tremolio di foglie chiacceranti, grigio di terra, vento boia di piante incerte, sottili suoni che avvalorano il silenzio, coperte di foglie, sentiero morbido pare carezza, elicriso che odora di vento, fonte, calore, polvere, paesaggi d’Umbria, deserti africani, pietre sonanti, castagni memori del passato, si sale per poi salire e salire ancora, ora scendi e scendi, pietre allineate, sali, sali, c’impenniamo, mulattiera verticale ladrona di fiato, terra marrone di foglie svanite, aglio d’orsi, sapere di monti, faggi verdirossi su verso il cielo, e noi così vicini, lentezza, padre, figlio confessioni, notte. Cielo di ghiaccio, vento nel sole, Alpi innevate, sotto il buio, polveroso vivere, chiacchere passando prati, boschi, fango, terrafarina, pietre bianche, canto d’uccelli al nuovo giorno, faggi spogli, contorti, lentezza voce e ritmo del mondo, ancor fango che narra d’acqua nascosta o di ghiaccio notturno, su su su su ancor più su, dritti, polverosi, alberi e prati s’alternano come salite verticali cui seguono precipizi. Pane croccante, lingua secca, cavalli, radiografie di cinghiali, negativo della terra, volti su ruote che sventrano i monti, frenesia egoista vuole tutto senza neppure comprenderlo, saliscendi, sole, sole, sole, intorno boschi e pietre polverose, or monte spoglio, resina, fatica di legno, stufa, anime in cammino, spiriti, sorgente nascosta, faggiantico, scoppiettare di stelle. Brina, scoppiettio nella stufa, abbraccio ad antico patriarca, nubi, sole vento, volti di viandanti, ginestre, polvere terra oro, callo da polvere, lentezza, semplicità, pietre, resina serpeggiare tra monti che tendono a divenir colline, rombano le moto spolverano l’attorno, semplici passi divengono fastidio altrui. Sassi vento cinguettii t’accompagnano e s’accompagnano , prati, pinete, faggete, filo spinato per difendersi, per difendere una proprietà impossibile da reclamare, altro dal possesso del viandante, amante d’ogni attimo di mondo. Bivacchi, pietre, formiche, prati, discesa verticale in un rotolio di pietre bianche che si rincorrono come ad annunciare il nostro arrivo alle genti di Cegni, parole, sguardi d’intesa, passioni, il ricordo di quando i merli si sfidavano cantando al sole, abbracci ch’avvolgono il viandante, torpore, notte. Alberi neri, Marcellina, Giga, suoni senza tempo, antichinuovi, vibra l’emozione densa, solca tempo, spazio, il lento nel lento, musiche della medesima pasta del mondo, dei passi, benandant sonori, viatores migranti con storie di brine, fuochi, voci, boschi, terra, vento, polvere, uccelli che tagliano l’aria, noci, fili di cresta e filo spinato e ancora foglie, acqua, mari e monti, forti, vento, rami prostrati, pietre, selvatici, volti, patriarchi, folle frenesia, cavalli, nomi, silenzi, sospiri, tracce, vento rovine e noi. Suonano pietre memori, passi lenti trasportati nel tempo, polvere che s’alza nel vento. Dal bosco s’esce, puzzo di catrame, salendo attendiamo discesa e natura per riavere dignità, boschi, castagni, fango, rotaie di moto divoraboschi, castagni, parole, conti andati, giù giù giù , sprofondando verso un inferno bigio, frenetico, asfalto privo di memoria, rigetta passi, voce delicata d’acqua, delirio indifferente d’uomo senza domani.

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